Passa ai contenuti principali

Airbnb dal 2024 applica la ritenuta sugli affitti

 


Continua l’evoluzione della questione degli affitti brevi e dell’applicazione della cedolare secca: il portale Airbnb si farà carico dell’imposta applicando una ritenuta del 21% ai proprietari che affittano l’immobile tramite la piattaforma online.


Dal 2024 ci saranno importanti novità sul fronte degli affitti brevi. Il Decreto Anticipi, collegato alla legge di bilancio, ha infatti introdotto l’aumento della cedolare secca al 26% (a partire dal secondo immobile) e l’obbligo della richiesta e dell’esibizione del Codice Identificativo nazionale (Cin) sul portale in cui viene sponsorizzato l’immobile. Inoltre, è previsto il rispetto di precisi obblighi di sicurezza pena l’irrogazione di sanzioni. Ora spunta un’altra novità sempre sul fronte degli affitti brevi che riguarda nello specifico il famoso portale di prenotazioni online Airbnb.

Il portale avrebbe infatti fatto pace col fisco e a partire dal 2024 applicherà la ritenuta fiscale sui canoni dei locatori che si avvalgono della piattaforma in questione per pubblicizzare l’immobile che intendono affittare. Vediamo quindi di seguito i dettagli.

Airbnb: ritenuta al 21% sugli affitti dal 2024

Per effetto dell’accordo raggiunto con l’Agenzia delle Entrate, Airbnb ha fatto sapere che sarà la stessa a farsi carico della cedolare secca dovuta dagli host per il periodo dal 2017-2021, per un totale di 353 milioni di euro di ritenute, 174 milioni di sanzioni e 49 milioni di interessi. L’accordo da 576 milioni di euro segna un punto di svolta nei rapporti tra la piattaforma e il Fisco, anche per il futuro. Al portale era stata contestata la mancata applicazione della ritenuta sugli affitti brevi.

Oltre alla riscossione delle somme non applicate per le annualità oggetto dell’accordo, si va verso un futuro più collaborativo dal prossimo anno. Per la cedolare secca 2024 Airbnb applicherà quindi la ritenuta del 21 per cento sui canoni corrisposti ai proprietari degli immobili locati per il tramite della propria piattaforma, adeguando quindi le procedure alla normativa in vigore. Una novità, questa, che si intreccia con le modifiche in arrivo con la Legge di Bilancio 2024, che sulla cedolare secca innalza l’aliquota al 26 per cento per le locazioni brevi di più di un immobile nel corso dell’anno, lasciando tuttavia inalterate le regole per i portali di intermediazione.

L’articolo 18 della Manovra prevede infatti che i soggetti che gestiscono portali di intermediazione immobiliare, che incassano o intervengono nel pagamento dei canoni di locazione breve, applichino la ritenuta nella misura del 21 per cento, operata a titolo di acconto.

In pratica, Airbnb ha dichiarato di impegnarsi ad applicare le novità della Legge di Bilancio 2024 e, dal punto di vista pratico, sui compensi da corrispondere agli host andrà ad applicare, automaticamente, la decurtazione del 21 per cento a titolo di cedolare secca o acconto dell’imposta IRPEF dovuta.

Airbnb chiude i conti col Fisco e non chiede rimborso ai proprietari per il 2022

Airbnb regolarizzerà tutto con l’Agenzia delle Entrate, chiudendo quindi i conti con il Fisco per il triennio contestato e non chiederà ai proprietari di immobili il rimborso di quanto versato. Resta in sospeso la questione relativa al 2022. In tal caso è stata la stessa piattaforma ad informare gli host circa la necessità di regolarizzare la propria posizione fiscale, in caso di mancato versamento della cedolare secca o dell’IRPEF in caso di opzione per la tassazione ordinaria dei redditi conseguiti. Nella giornata di mercoledì gli host di Airbnb hanno ricevuto un’email dal portale, in cui li si informa del fatto che l’intesa siglata con il Fisco non copre gli anni d’imposta 2022 e 2023, e li si invita a mettersi in regola con il ravvedimento operoso nel caso in cui non avessero ancora versato le imposte (cedolare secca o IRPEF a seconda della scelta dei singoli).

Così come evidenziato nella citata comunicazione, per il 2022 sarà possibile versare le imposte dovute, seppur in ritardo, versando le sanzioni ridotte mediante il ravvedimento operoso. In tal caso non sarà quindi Airbnb a coprire le inadempienze. Versamento secondo le regole e le scadenze ordinarie per le somme percepite nel 2023.

Il commento di Airbnb sulla vicenda

Commentando l’accordo, Airbnb ha sottolineato che l’Italia è “un mercato importante” e ha affermato che l’intesa con il Fisco consentirà di “concentrarci nella continuazione della nostra collaborazione con le autorità italiane“. La società riscuote già da anni l’imposta di soggiorno in molti Comuni.

Sull’applicazione della ritenuta non impatterà l’aumento dell’aliquota della cedolare secca dal 21 al 26%, previsto dalla manovra nell’ipotesi in cui locatore affitti più di un appartamento con la formula short term. Il Ddl di Bilancio prevede espressamente che gli intermediari – compresi i portali – dovranno trattenere sempre il 21% e sarà eventualmente il locatore a versare la differenza. Secondo Airbnb i tre quarti degli annunci pubblicati sul proprio portale provengono da host che hanno un solo appartamento e l’ammontare medio annuo dei canoni è di 3.500 euro. Oltre ad Airbnb, diversi portali telematici non hanno finora applicato la ritenuta sugli affitti brevi. Si tratta di capire se per il futuro questa vicenda costituirà un precedente.

Conclusioni

In sintesi il portale Airbnb ha fatto sapere di voler regolarizzare la propria posizione con fisco, e ha deciso di farsi carico della cedolare secca applicando una ritenuta del 21% sugli affitti effettuati dai proprietari di immobili per il tramite della piattaforma online. Prevista anche la possibilità per i vari utenti di avvalersi del ravvedimento operoso per il periodo d’imposta 2022-2023.

Commenti

Post popolari in questo blog

Elenco codice destinatario univoco per la Fatturazione elettronica SDI

  Provider Codice Destinatario Aruba KRRH6B9 Wolters Kluwer  Fattura Smart WKI W7YVJK9 Fattura PA  by  Passepartout 5RUO82D Fatture in Cloud  by  TeamSystem M5UXCR1 Zucchetti SUBM70N Register PZIJH2V Agyo KUPCRMI ARXivar A4707H7 WebClient T04ZHR3 Sistemi USAL8PV Buffetti BA6ET11 CGN  by  RDV Network SU9YNJA Bluenext X2PH38J SEAC P62QHVQ FatturaOnClick.it WY7PJ6K ARCHIVIA.ONLINE WP7SE2Q Datev Koinos T9K4ZHO Var Group M5ITOJA Credemtel  (gruppo Banca Credem) MZO2A0U Infocert XL13LG4 SataNet SA0PL6Q Fattura24 SZLUBAI FattureGB QULXG4S FtPA 6EWHWLT Digithera URSWIEX Ksg TRS3OH9 DocEasy J6URRTW Metodo W4KYJ8V QuickMastro KJSRCTG Fattura Elettronica APP N92GLON Archivium srl 3ZJY534 IDOCTORS NKNH5UQ Extreme software E2VWRNU Arthur   Informatica G4AI1U8 Danisoft G1XGCBG MySond H348Q01 OLSA Informatica XIT6IP5 Unimatica E06UCUD Mustweb Srl P4IUPYH Mustweb srl 2LCMINU Coldiretti 5W4A8J1 Tech Edge 0G6TBBX Cia 6RB0OU9 Consorzio CIAT AU7YEU4 Alto Tr...

730 e REDDITI: Agopuntura, Chiroterapia, Fisiochinesiterapia/chinesiterapia, Massaggi, Massofisioterapia, Osteopata, Riflessologia e Tecarterapia

Agopuntura È ammessa la detrazione delle spese sostenute per l’agopuntura purchè certificate da ricevuta fiscale o fattura rilasciata dal medico o dal ticket, se la prestazione è resa nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Si precisa che l'agopuntura – ricompresa tra le spese mediche generiche – può essere praticata in Italia solamente da medici laureati; pertanto, non è necessaria la prescrizione medica. Chiroterapia Le spese sostenute per prestazioni rese da un chiropratico possono essere portate in detrazione purchè prescritte da un medico ed eseguite in centri all’uopo autorizzati e sotto la responsabilità di uno specialista. Ciò è dovuto al fatto che in Italia la figura del chiropratico non è riconosciuta e non è ancora stata attuata l’istituzione di un apposito albo. Riferimento: Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 17 del 18 maggio 2006 (quesito 1). Fisiochinesiterapia/chinesiterapia Sono detraibili le spese sostenute per le presta...

Che cos’è e come funziona il nuovo credito d’imposta 5.0

Ai nastri di partenza il nuovo “ Piano Transizione 5.0 ” per il biennio 2024 e 2025. Con l’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri del 26 febbraio 2024, del decreto legge PNRR, passa anche la nuova misura che punta a incentivare la trasformazione green e digitale delle imprese attraverso un   nuovo credito d’imposta fino al 45%   per gli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali. La misura in sintesi Soggetti beneficiari Imprese di qualsiasi dimensione, forma giuridica, attività economica o localizzazione geografica. Risorse disponibili Le risorse stanziate ammontano  a 6,3 miliardi di euro , che, sommati ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di Bilancio, raggiungono una quota pari a 13 miliardi di euro da spendere nel biennio interessato. Investimenti agevolati Per richiedere il contributo sarà necessario presentare: un progetto di innovazione finalizzato a ridurre i consumi energetici di almeno il 3%  (oppure in alternativa, i processi i...