Come funzionano e chi ha
diritto ai «buoni» da 300 euro al mese per baby sitter o nido. Il nodo delle
dichiarazioni Isee
«Abbiamo fatto troppo poco? Sì, ma non c'erano i soldi. Queste
norme sono un inizio e un segnale: le donne devono poter scegliere di tornare
al lavoro dopo la maternità». Così Elsa Fornero, ministro delle Politiche
Sociali aveva difeso l'introduzione in via sperimentale, per il prossimo
triennio, di un mini-pacchetto a sostegno dell'occupazione femminile la cui
misura più rilevante è rappresentata dai cosiddetti voucher per il pagamento di
un servizio di baby sitter o asilo.
I VOUCHER - Si tratta di 300 euro netti al mese per un
semestre, da utilizzare alla fine della maternità obbligatoria e in alternativa
al congedo parentale facoltativo. Nel decreto del 22 dicembre che porta la
firma congiunta di Fornero e del ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, (leggi il documento integrale) trovano poi spazio
i congedi per i papà. Per la prima volta nella storia del lavoro in Italia
accanto alle parole congedo e padre spunta l'aggettivo «obbligatorio» anche se,
purtroppo, si tratta di un solo giorno. Pur salutando la novità culturale, le
speranze di tanti nuovi papà (e delle mamme lavoratrici) sono andate per ora
deluse. Vedremo se e quanto il nuovo governo sarà in grado di ampliare questa
misura che, un po' come le quote di genere, serve prima di tutto a proteggere
gli uomini impegnati nei compiti di cura della famiglia e per questo ancora
esposti al pregiudizio di superiori e colleghi di non essere adeguati al lavoro
in azienda.
LE NOVITA' - Ecco tutte le novità del decreto di Natale,
anticipato venerdì da Il Sole24Ore, che attende ora, come riportato dal
quotidiano della Confindustria, il via libera della Corte dei Conti. Mentre
appare improbabile che entro il 24 febbraio, data delle elezioni, sia possibile
arrivare all'approvazione della riforma dell'Isee, l'indicatore della
condizione economica famigliare, rivisto secondo principi di maggiore equità e
attenzione, tra gli altri alle persone con disabilità, in un anno di lavoro dal
team guidato dalla professoressa Cecilia Guerra, sottosegretario al ministero
del Lavoro e oggi in corsa con il Partito democratico, dopo aver partecipato
con successo alle primarie a Modena
ASILO O TATA - Al termine del congedo di maternità, e
solo per gli 11 mesi successivi, la donna può richiedere, in alternativa al
congedo facoltativo, un contributo utilizzabile per la baby sitter o l'asilo.
In entrambi i casi, l'importo è di 300 euro al mese (per un massimo di sei
mesi), se la scelta cade sull'asilo (pubblico o privato) il contributo sarà
erogato dall'Inps direttamente alla struttura (alla famiglia resta dunque
l'eventuale integrazione della retta).
CHI E COME - Il contributo può essere richiesto anche
dalle madri che hanno già utilizzato parte del congedo parentale (il periodo
facoltativo) e dalle lavoratrici part time (la cifra in questo caso viene
ridotta). Sono escluse dai voucher le madri che beneficiano già dell'esenzione
del pagamento della retta o godono dei contributi del Fondo per le politiche di
pari opportunità. Il beneficio, si legge nel decreto, sarà riconosciuto sulla
base di una graduatoria nazionale che terrà conto della situazione economica
equivalente del nucleo familiare (Isee) e, in seconda battuta, dell'ordine di
presentazione. L'utilizzo di un mese di voucher comporta la riduzione di un
mese del congedo parentale.
IL BANDO DELL'INPS - L' Inps è chiamato ad
aprire per tempo i termini del bando ed è all'Istituto di Previdenza che andranno
inoltrate le richieste. Quest' ultimo pubblicherà le graduatorie entro 15 dalla
scadenza del bando e nei giorni successivi le lavoratrici potranno ritirare il
voucher.
PAPA' IN CONGEDO - Il congedo normato dal
decreto è di tre giorni, di cui uno obbligatorio. Il problema è che a
differenza del giorno di congedo obbligatorio, che è aggiuntivo rispetto alla
maternità, i due giorni facoltativi sono alternativi, non cumulabili, a quelli
della mamma (che deve controfirmare la rinuncia a due giorni di congedo
obbligatorio). I congedi dei papà sono retribuiti al 100% e sono riconosciuti
anche ai padri adottavi o affidatari. Il lavoratore è tenuto a comunicare le
date al datore almeno 15 giorni prima.
Fonte: Corriere.it
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